Ogni anno prima di concedermi la
tanto sospirata vacanza, mi trovo a riflettere sull’anno di lavoro
trascorso, e sempre mi dico che dovevo
fare meglio .
Ma quest’anno la riflessione non è solo personale. Oggi per il Tg hanno
fatto vedere i video , girati in alcune case di riposo, in cui assistenti
picchiavano selvaggiamente degli inermi anziani.
Subito l’indignazione e poi l’impotenza di non poter difendere i più deboli
: così m’hanno insegnato quei pazzi dei miei genitori.
Stesse immagini le ho viste in alcuni scuole per bambini . Le stesse facce
frustrate che pensano di risolvere la propria inadeguatezza e incapacità
violentando i più deboli.
Ci sono lavori particolari, che occorre fare a stretto contatto fisico e mentale
con gli altri, questo impone delle qualità speciali , equilibrio emotivo,
pazienza.
Ma non è vero che ci sono lavori diversi dagli altri. Tutti i lavori dal
netturbino al chirurgo devono essere svolti con attenzione e con cura. Se non
c’è la vocazione allora è meglio lasciare spazio a chi invece ce l’ha. Una
marea di italiani è costretta al ruolo mortificante di disoccupato, a non poter
guadagnarsi il pane, a smettere di credere in se stesso . Oggi chi ha la
fortuna di avere un lavoro non può
permettersi di farlo malamente o per inerzia, a maggior ragione in questo
periodo : è come sputare in faccia a chi il lavoro non ce l’ha.
Non posso celare il dolore per la
morte di Laura Prati, donna e sindaco , che
ha fatto ciò che era suo dovere fare
sospendendo un vigile che truffava gli orari di entrata e di uscita dal
lavoro. Per questo uccisa, negandole per sempre la possibilità di migliorare il
suo Comune e di vivere con i suoi familiari.
In Italia si può essere uccisi perché si fa il proprio dovere, perché si
denuncia chi non lavora.
Ecco magari dovremo ripensare anche
al ruolo dei sindacati, non volto a garantire il lavoro a tutti e a tutti i costi , perché il lavoro è si un diritto ma
va meritato, e i fannulla devono lasciare il posto a chi invece ha voglia di
lavorare.
Dall’ambito pubblico a quello privato.
Molto spesso ci chiediamo come uscire dalla crisi e ci sentiamo impotenti,
anche dopo inutili elezioni, sulla sorte del nostro Paese.
Penso che se ciascuno nel proprio piccolo si impegna al massimo nel suo
lavoro, dal giornalista al tassista, dal magistrato al professore, dal cuoco
all’operaio, il miglioramento non sarà
solo limitato alla sua persona e alla sua onorata dignità, ma il miglioramento
sarà dell’intera collettività, dell’intero Paese, sarà l’Italia ad essere
migliore.
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