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La Corte dell'Aja |
La Corte internazionale di giustizia dell'Aja ha accolto il ricorso della Germania contro l'Italia per ottenere il blocco del risarcimento alle vittime dei crimini nazisti. Secondo la sentenza l'Italia "ha mancato di riconoscere l'immunità prevista dal diritto internazionale" a Berlino per i reati commessi dal Terzo Reich.
Ma chi è sta Corte dell’Aja? E’ l’organo giudiziario della Nazioni Unite (Onu) e tutti gli stati che il 29 aprile 1957 hanno firmato la Convenzione europea per il regolamento pacifico delle controversie si sono impegnati a sottoporre a tale organo tutte le controversie che potessero sorgere tra di loro.
Tutto parte dalla sentenza della Cassazione italiana del 21 ottobre 2008 che ha riconosciuto la Germania responsabile per essere stata la 'mandante' dei militari nazisti che il 29 giugno del 1944 uccisero 203 abitanti di Civitella, Cornia e San Pancrazio (Arezzo), sparando a donne, bambini, uomini e vecchi, compreso il parroco del paese. La sentenza della Cassazione è stata considerata un 'precedente storico' sancendo per la prima volta il diritto per le vittime delle stragi naziste ad essere risarcite nell'ambito di un procedimento penale.
La Germania ha impugnato la sentenza presentando ricorso alla Corte dell’Aja che ha emesso il suo giudizio ieri.
Mi piacerebbe molto leggere la sentenza (ci hanno messo 80 minuti quelli che l’hanno scritta a leggerla) per capirne i presupposti e le conclusioni, e i nomi dei giudici.
Certo trovo difficile che il Tribunale di uno Stato possa ordinare ad un altro Stato di pagare per dei crimini compiuti. Ad esempio se tutti i Tribunali mondiali ci citassero in giudizio e chiedessero un risarcimento perché li abbiamo impestati con la Mafia…bhè altro che debito pubblico. Non è la Cassazione che deve decidere, ma un organo supremo espressione di tutti gli Stati. Ma.....
Penso che la pace si fonda sulla giustizia, penso che la parola immunità mi sta sempre più sulle balle, penso che sia pure un ottimo deterrente condannare un criminale ad un risarcimento danni , e penso pure sia un buon pro memoria per tutti.
Penso a Marzabotto, a Villamarzana e ad un piccolo libro che girava tra gli ufficiali delle SS. Un manuale tecnico, che prevedeva come uccidere particolari soggetti , ad esempio i neonati. Occorreva lanciarli in aria e tirare in alto per evitare che le pallottole sfracellando il corpicino non colpissero accidentalmente qualcos’altro. Io non me lo scordo più.
Non si tratta di vendetta, si tratta di memoria dei fatti accaduti.
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