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giovedì 3 novembre 2011

San Michele

Apprendo dalla stampa, che il progetto di trasformare l'ex chiesa di San Michele in un centro d'accoglienza per persone in difficoltà (immigrati e soprattutto donne che subiscono violenze) è naufragato. E' stato sostituito da un progetto per la realizzazione di un convitto per studenti . Questo farà perdere i finanziamenti regionali già assegnati per il progetto sociale originario. Mi ha molto colpito leggere di una raccolta firme dei genitori degli alunni del Roccati (uno degli istituti più grandi della provincia e forse il più antico, ricordo un'aquila nell'entrata...). Comprendo perfettamente la paura di un genitore di vedere il proprio figlio in una situazione rischiosa, vicino a sconosciuti stranieri e disperati  e a donne che non riescono ad amarsi.  Non giudico. Ma impongo a me stessa l'invito di Papa Giovanni Paolo II che ci esortava così : Non abbiate paura! E' la paura a contraddistinguere questo delicato momento storico, e purtroppo la storia ci insegna che da un momento all'altro le cose si possono mettere molto male. 
Allora ho deciso di affidarmi ad un santo.
Che cosa è giusto che vedano gli studenti del liceo socio-psico pedagogico fuori dalla scuola? E dentro la scuola cosa stanno imparando? Credo che chiunque venga segregato in luoghi remoti e distanti dalla comunità perda dignità , con l'effetto contrario di spingere l' emarginato a rispondere alle imposizioni con le peggiori reazioni. L'unica arma che abbiamo è l'integrazione, è credere che alla fine siamo tutti uguali e migliori di quello che pensiamo.
Per poter insegnare questo ai miei figli o a dei potenziali studenti (Mariastella permettendo) devo metterlo prima in atto io. Non posso insegnare a mia figlia a lavarsi le mani prima di mangiare e a comprenderne l'importanza se non me le lavo io prima di lei.
La nostra società tende a nascondere tutto quello che è dolore e sofferenza. E a riempirci la testa con sempre nuovi beni pubblicizzati , il più delle volte da un  bel culo.
Preferisco conoscere anche una sola persona che soffre ma sta cercando di cambiare la propria situazione, rispetto al bel culo della pubblicità. E poi scusa quei 10 universitari che dormiranno al San Michele saranno tutti maschi o femmine? Altrimenti ho seri dubbi sull'impegno allo studio.

1 commento:

  1. Le cose che hanno un'energia propria non le si lascia fuori dalla propria vita mettendo delle barriere. Gli immigrati ci sono e continueranno ad esserci perché chi sta male ed è disperato cerca di andare dove spera di stare meglio. Relegare il disagio in periferia è fare il verso dello struzzo. La soluzione si chiama integrazione e l'integrazione prevede rinunciare anche ad un po' di sicurezza subito per un società più accogliente, domani.
    Anzi, no, un'altra soluzione c'è! Come ho fatto a non pensarci? Potremmo dire ai governi del Mali, del Ciad, del Marocco della Libia e della Tunisia di inserire la residenzialità nei punteggi per l'accesso alle case Ater. Così col cavolo che emigrerebbero qui gli africani!! Se ne starebbero belli fermi dove sono!
    con rinnovato affetto
    Achille Borghesan

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